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Residenza fiscale italiana: opportunità per i pensionati esteri

Scritto da Fidinam News | 23/07/24

Ad oggi, in controtendenza rispetto ad alcune politiche fiscali estere in materia impositiva, in Italia i regimi di vantaggio per i redditi esteri non accennano a limitarsi. Difatti, parallelamente al noto regime agevolativo previsto per i nuovi residenti, si inserisce altresì l’imposta sostitutiva per i titolari di pensioni estere che trasferiscono la residenza fiscale in una delle località del Mezzogiorno d’Italia ai sensi dell’art. 24 ter del TUIR.

L'agevolazione

Il regime agevolativo in esame prevede l’applicazione dell’imposta sostitutiva annuale pari al 7% su ogni tipologia di reddito prodotto all’estero. Pertanto, risulterebbero compresi nell’agevolazione:

  • i redditi derivanti da immobili situati all'estero;
  • i redditi di capitale corrisposti all’estero;
  • i redditi di lavoro dipendente prestato all'estero;
  • i redditi di lavoro autonomo derivanti da attività estere;
  • i redditi d'impresa esteri;
  • le plusvalenze conseguite per effetto della cessione a titolo oneroso di partecipazioni in società estere;
  • i redditi diversi derivanti da attività svolte all'estero e da beni che si trovano all'estero.

Tale regime ha validità per 9 periodi d’imposta successivi a quello in cui diviene efficace; in sostanza, la durata dell’imposta sostitutiva si potrebbe estendere per un totale di 10 periodi d’imposta.

I requisiti di accesso

Il regime fiscale in questione è stato introdotto appositamente per le persone fisiche titolari di una pensione erogata da un soggetto estero, i quali possono vantare:

  • una residenza estera pregressa di almeno 5 periodi d’imposta;
  • una residenza estera in un Paese con il quale siano in vigore strumenti legislativi per lo scambio di informazioni.

Le persone fisiche intenzionate a fruire del regime agevolativo devono trasferire la propria residenza fiscale in uno dei comuni localizzati nelle Regioni del Mezzogiorno, ossia Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.

Inoltre, è necessario che il comune di residenza prescelto abbia un numero di abitanti inferiore a 20mila.

 

Le imposte di successione e donazione

Ulteriore aspetto meritevole di essere attenzionato da parte dei contribuenti che sceglieranno di trasferire la residenza in Italia, riguarda la fiscalità italiana sulle imposte di successione e donazione.

In Italia, infatti, le imposte di successione e donazione attualmente vigenti sono tra le più basse in Europa, posto che si attestano tra il quattro e l’otto per cento con franchigie molto elevate, che raggiungono finanche il milione di euro per trasferimenti a favore di coniugi, figli o discendenti in linea retta.

 

Comuni più appetibili per il trasferimento di residenza

Anche in merito alla scelta del comune in cui trasferire la propria residenza fiscale, la norma offre numerose possibilità. Infatti, nell’elenco delle località papabili ricade buona parte dei comuni della Sardegna, regione in cui circa l’83% dei comuni ha meno di 5000 abitanti. Le cittadine in questione si concentrano soprattutto nella parte settentrionale, zona rinomata per il turismo e la presenza di residenze di lusso, costituendo quindi una valida alternativa alle grandi città italiane.

Inoltre, attraverso il trasferimento della residenza sarà possibile entrare in un nuovo settore immobiliare tramite l’acquisto della propria abitazione. Come segnalato precedentemente, alcuni degli immobili situati in aree dal forte afflusso turistico, potrebbero costituire investimenti dal valore duraturo nel tempo.

Posto quanto sin qui considerato, pertanto, l’opzione per l’accesso al regime potrebbe risultare conveniente sotto molteplici aspetti: sia nell’ottica dell’efficientamento dei flussi reddituali provenienti dall’estero che nell’ottica della fruizione della vantaggiosa fiscalità successoria vigente in Italia.

 

Fidinam può aiutarti

Questo articolo è a cura di Lorenzo Portolano e Francesco Fasolo del team di consulenza fiscale di Fidinam Italia.

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